Corallo e tradizione sarda: storia di Rosa e GORALgioielli
Corallo e tradizione sarda, Amore e riciclo. Rosa e la storia della sua piccola bottega artigianale nel cuore di Alghero.
Nuova intervista ad un’artigiana sarda: Rosa crea gioielli con il corallo rosso, simbolo di Alghero, unendo tradizione e innovazione. Rosa é un’amica conosciuta a Bologna – città che ci ha visto studentesse universitarie – e sono molto orgogliosa di questa chiacchierata e della splendida storia che si cela dietro il suo laboratorio creativo. Mettetevi comodi e regalatevi questo racconto di coincidenze, amore, riciclo, aneddoti e passione
Ciao Rosa, grazie per aver accettato di rispondere alla mia sete di curiosità… e, come me, tanti altri sono sicura rimarranno ammaliati dalla tua storia 🙂
Raccontaci chi c’è dietro GORALgioielli?
Ciao Elena, intanto grazie a te per avermi pensata e per darmi la possibilità di far conoscere la mia piccola realtà. Dietro, anzi direi più “inside” GORAL gioielli ci sono io. Ma solo per puro caso. Sai quelle coincidenze della vita dove ti si apre una porta e tu ci entri senza pensarci molto perché la curiosità di sapere quello che c’è dietro è più forte del rimorso di saperlo? Ecco a me è andata così. Avevo appena perso il lavoro, e durante una cena, nella quale c’era anche una certa Grazia, anche lei conosciuta per le coincidenze della vita ( “ma questa è un’altra storia” come direbbe qualcuno) tra una chiacchiera ed un’altra mi sono detta non preoccupata per la mia situazione di appena disoccupata perché sapevo riciclarmi. L’indomani ricevo una chiamata da Grazia che voleva parlarmi urgentemente. Era anni che voleva chiudere l’attività, aveva quasi 80 anni circa 45 di attività e da quattro circa cercava di venderla
In un mese ho aperto una partita iva e mi sono immersa nel fantastico mondo del Corallium rubrum, fra corallo e tradizione sarda.
Segnatevi la parola riciclare.
Come nasce la tua boutique e qual è la sua storia?
La boutique nasce nel 1971 quando Grazia aveva 30 anni. (piccola parentesi, io l’ho rilevata nel 2017 ugualmente a 30 anni. I giochi numerici mi hanno sempre attirato. L’inversione 71/17 e il fatto che avessimo la stessa età mi piaceva). Grazia per Amore si è trasferita ad Alghero, io per Amore, dopo tanti anni fuori, mi sono ritrovata ad Alghero. Ho conosciuto Grazia, grazie al mio compagno Gabriele.
Ed ora eccomi qua, grazie ad una serie di eventi ben incastonati che cerco di portare avanti il progetto di Grazia fatto di corallo e tradizione sarda, con passione e dedizione.
Segnatevi la parola Amore
Quanto è sostenibile la pesca del corallo?
Grazie per questa domanda. Per me è una domanda fondamentale, è la prima che mi sono posta, forse la seconda dopo “si ma io e i gioielli siamo due mondi paralleli come faccio ad aprire una gioielleria?”. Credo che la pesca del corallium rubrum, quindi della nostra varietà di corallo, sia molto sostenibile. Ai miei clienti dico sempre che l’artigianalità di un gioiello in corallo comincia dalla pesca.
In Sardegna siamo stati fortunati perché la regolamentazione e le restrizioni sulla pesca sono avvenute in tempi anticipatari rispetto ai temi di sostenibilità. Già dagli anni sessanta si abbandona la pesca con l’ingegno (due travi di legno con una rete attaccata con quale avveniva la pesca a traino) per dare posto ai sommozzatori. Attualmente ci sono 24 licenze. La pesca non è diventata neanche tanto semplice perché devono scendere a 100, 130 mt di profondità. E solo per questo ci vuole coraggio e tanta, tanta passione. Si può pescare da Maggio ad Ottobre e si possono portare su solo 2kg e mezzo. Tutto questo preserva i nostri banchi di corallo. I nostri coralli crescono nella parete rocciosa verso il basso formando piccole famiglie di coralli. Estrapolarne qualcuno, con le dovute cautele (solo con picchetto) credo sia rispettoso tanto del corallo quanto dell’ambiente marino circostante.
Segnatevi la parola sostenibilità.
Come selezioni il corallo e qual è il processo di creazione?
Ancora ricordo il mio primo approccio al corallo. Non essendo del mestiere Grazia mi ha accompagnato in questa avventura per il primo anno. La mia prima esperienza con l’acquisto del corallo è stata come vivere un film di Almodovar. Hai presente le sue riprese lente, i primi piani, i particolari che nonostante uno schermo riesci, per esempio, a sentire il calore delle mani? Ecco, disteso su di un tavolino, una dopo l’altra venivano adagiate le mazzette di corallo, con ordine, a seconda della qualità e del taglio: scagliette, spezzati, cupolini, zingaretti, sassolini, cannette, rondelle, palline 3, 4, 5 mm e così via. Grazia con un gesto – per la mia percezione lento – appianava le mazzette, poi ne tirava su una, la guardava in controluce, la distendeva sul dorso della mano e poi tirava su uno, due, tre fili. “Sempre i più belli” diceva il fornitore. Quando per la prima volta ho scelto io in prima persona, oltre ad aver acquisito il ‘buon occhio’ ho capito che il corallo era vivo. E più lo maneggio e più lo conosco più me innamoro. Con l’esperienza ho capito che per ogni cosa arriva il suo momento.
Ci sono delle creazioni che io chiamo “tutte mi vogliono e nessuna mi piglia”, c’è “l’amore a prima vista”, c’è quella che “piace a tutte”, c’è quella corteggiata, sognata e ambita.
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I monili che crei sono vere e proprie opere d’arte. C’è qualcuno a cui ti ispiri?
Venendo da una famiglia di creativi ho saputo fin da piccola che la creatività non era il mio talento. Mio papà a tavola con la mollica del pane faceva qualsiasi forma e bene. Io farei solo palline. O la mangerei. Però sono brava a copiare. Quando Grazia mi ha proposto di rilevare l’attività logicamente ho fatto presente la mia assenza di creatività. Rassicurante mi ha risposto “non ne hai bisogno. Sei brava a copiare? Hai manualità? Questo sì che è importante. Devi saper prima di tutto riprodurre le creazioni presenti in negozio e che vendi. La tua creatività verrà fuori. Osservando, riproducendo e imparando a fare le mie creazioni piano piano verranno fuori le tue”. E aveva ragione. Come dice lei “la creatività non è altro che saper copiare senza far vedere che hai copiato”. Una delle sue linee che poi ho chiamato “Trame di corallo” è il tessito: un’arte antica del Mediterraneo che trova le radici soprattutto nella tradizione Africana e nella quale anche io ho riposto tutto il mio impegno. Quando, nonostante il poco tempo tempo passato, i colleghi mi indicano alle clienti come unica in grado di poter aggiustare e riparare i loro gioielli di tessito è una piccola, grande, soddisfazione. E per ritornare alla risposta alla prima domanda, mi ha confermato il fatto che mi so riciclare. Le nuove creazioni sono ispirate dalle e alle donne, alle mie clienti: le osservo, le ascolto, le scruto, le studio, le elaboro e piano piano, proprio come aveva detto Grazia, sto trovando la mia strada, rivisitando gioielli di corallo, o pietre dure inutilizzate per dargli nuova vita affinché entrambi possano vivere.
Le creazioni artigianali raccontano l’isola da un punto di vista poetico. Tu ti fai promotrice della tradizione sarda attraverso i tuoi gioielli. Che storie raccontano? Ti va di raccontarcene una a cui sei affezionata?
Nella mia via, tra colleghi e dirimpettai, sono famosa per le mie chiacchiere. Due estati fa mi prendevano in giro sostenendo (che poi era vero) che alle 23 circa iniziava il mio “Tour del Corallo”. Riesco ad intrattenermi con i miei clienti ed é raro che un cliente entri nel mio negozio, acquisti e se ne vada. Si riesce quasi sempre ad un instaurare un rapporto che poi dura nel tempo, e che val al di là dell’acquisto di un gioiello nel senso materiale del termine. Raccontare le nostre tradizioni e raccontarmi è per me parte fondamentale. Molte delle creazioni sono riproduzioni e rivisitazioni di gioielli antichi della nostra terra. Raccontarli e farli conoscere è un dovere oltre che un piacere. A prescindere dalla conclusione della vendita un cliente informato consapevole e istruito porterà a casa con sè parte di noi che poi racconterà ai suoi amici. Anche quando ci affidiamo ai nostri artigiani, per esempio per la filigrana, si cerca sempre di riprodurre tradizioni dimenticate.
… tradizioni e racconti di Sardegna, e oltre
Ai turisti per esempio piace “sus spiligadentes o ispurigadentis”. In effetti fa ridere
che un gioiello potesse servire oltre che da ornamento, amuleto, per pulire i denti, utilizzando la parte appuntita e per pulire le orecchie, utilizzando la parte piatta. Il fatto che molti dei nostri gioielli fossero tanto ornamentali quanto talismanici porta le chiacchiere verso direzioni spesso divertenti. In Asturia esiste per esempio “sa manu fica” ma viene fatta con un pietra nera invece che con il corallo. Per rimanere a casa nostra sus ispuligadentes, in particolare quello raffigurante una lupa al centro esiste identico in Abruzzo, così come la spilla “su sole” raffigurante du cuori al centro che veniva regalato alla novella sposa, come buon auspicio per l’economia della casa. Viva gli Etruschi!
Amuleti, miti e leggende di corallo e tradizione sarda
Tra le nostre creazioni (dico nostre perché è un’eredità di Grazia) c’è la Linea Ollolai: sono dei nastrini di passamanieria sarda, con un centrale di corallo e/o pietre dure. Una ragazza Austuriana ha preso quello che io definisco ‘il più tradizionale’ che è composto da un broccato sardo e un barilotto sardo, dicendo che le serviva da indossare durante le sfilate con il vestito tradizionale. Da noi per esempio il complimento deve essere sempre associato al “esci che ti tocco” perché dire per esempio ad un bambino “quanto sei bello” senza toccarlo la mamma potrebbe pensare che il il tuo complimento sia invidioso; In India è il contrario. Mai toccare la persona dopo che le si fa un complimento.
Quali sono i simbolismi che si celano dietro il corallo e come riconoscerlo?
L’oro rosso è intriso di simbolismi. A partire dalla sua natura: vegetale, animale e minerale. È un alberello formato e creato da una miriade di micropolipi che nutrendosi formano uno scheletro calcareo. Nel momento dell’intaglio i polipi muoiono ed ecco che il corallo diventa solo un minerale formato da carbonato di calcio. Diverse leggende, come quella di Medusa, hanno contribuito ad arricchire di storie fantastiche il corallo. Anche quando lo indossiamo il corallo cambia aspetto a seconda della nostra pelle. Se il corallo è vero non è raro che questo diventi bianco. A tal proposito, quest’estate ho assistito ad una scenetta veramente simpatica: una coppia entra nel mio negozio, avevano già al polso ognuno un bracciale acquistato il giorno prima, non da me. Il ragazzo mi chiede come mai il suo fosse diventato bianco e quello della fidanzata no. “Intanto”, ho risposto io “siete sicuri di aver acquistato corallo vero! (ad Alghero non è scontato, tra plastica e quello che in gergo viene chiamato corallo bambù, bisogna stare attenti) Dopodiché il corallo può formare questa patina se spruzziamo del profumo direttamente o se abbiamo un ph della pelle troppo acido, capita, infatti, spesso agli uomini”. “Ecco” esordisce la fidanzata “la prova scientifica che l’acida non sono io!”.
Si dice che i romani prima di sposare una donna le mettessero una collana di corallo al collo per vedere se fosse sana.
Lo sapevi che…
Nel campidano viene fatto un sacchetto con dei grani di sale, spighe di grano e pezzetti di corallo da mettere sotto il cuscino per preservare i sogni e proteggere il bambino. Mentre in Tibet, sempre come valenza protettiva, si dice che i nomadi tibetani non affrontassero i viaggi senza portare con se almeno un pezzetto di corallo. Per la mia esperienza ti dico che ogni volta che tocco il corallo ne sento tutta la sua storia, le sue vibrazioni e la sua magia. Non riesco più a farne a meno.
Converrai con me che l’incontro e lo scambio offline hanno un altro sapore, ma tu hai un negozio online per vendere i tuoi gioielli e quali sono gli altri mezzi di comunicazione che usi?
Io sono molto sociale e poco social. È una platea troppo vasta per me. Quando una persona entra in negozio, la vedi, la osservi e se sei brava riesci a capire subito di cosa ha bisogno. Dietro ad uno schermo ci può essere chiunque e bisogna trovare un personale equilibrio dialettico e grafico che ti rappresenti cercando di non avere solo il consenso di chi ti conosce già fisicamente. In questi tre anni ho dato priorità al negozio fisico, ad apprendere le tecniche, a conoscere i materiali e studiarne la storia, gli aneddoti. Per esempio, lo sai che la perla non è altro che un cancro della conchiglia? Nel momento in cui nella conchiglia entra un corpo estraneo lei, per proteggersi, la ricopre di madreperla. Vedi che poi mi perdo in chiacchiere… 🙂
Avevo instagram e facebook, ma mai fatto seriamente. Lasciare il negozio fisico e dedicarmi solo a quello online? Per me è una decisione veramente difficile I progetti in corso sono tanti e io, mi faccio un complimento da sola, a 38 anni me lo posso permettere, credo, ho capito che sono brava a riciclarmi.
Fra corallo e tradizione sarda. Grazie infinite Rosa, per aver condiviso la tua storia e quella della tua bottega, con spontaneità, semplicità e passione che ti contraddistinguono. Sei un’anima davvero pura. Andate a trovarla ad Alghero o visitate il sito www.goralgioielli.com per regalarvi un pezzo unico e artigianale.
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