Valegnameria e la seconda vita del legno
Progetti resilienti made in Sardinia
Oggi per la rubrica progetti resilienti “made in Sardinia” vi porto in bottega per conoscere Valentina Musiu, in arte Valegnameria. Ho conosciuto Valentina a Bologna, fucina di artisti e talenti, e di sardi – ma noi siamo ovunque, si sa. 🙂 Valentina è un’artista e un’artigiana che da circa 8 anni si occupa di legno in varie sfaccettature, dando vita a personaggi tridimensionali e colorati. Facciamoci raccontare la sua bella e originale attività direttamente da lei.
Ciao cara, come è nato il progetto Valegnameria e di cosa si tratta?
Il progetto Valegnameria nasce durante il mio periodo lavorativo di restauratrice edile a Bologna, è una storia abbastanza particolare. Diciamo che dall’edile sono passata al restauro ligneo grazie al terremoto che mi ha permesso di lavorare in un laboratorio di falegnameria e restauro.
Li tra il lavoro e la voglia di creare, nei momenti liberi ho cominciato a copiare disegni famosi, trasportandoli in legno. Il primo è stata la lingua dei Rolling Stones. Lo step successivo è stato cercare di dare tridimensionalità a questi oggetti attraverso l’uso di diversi livelli di legno, in modo tale da creare movimento Da li poi è stato un susseguirsi di trasformazioni per arrivare a quella che sono ora.
Il tuo è un lavoro artigianale e molto nobile: non ci sono molte donne che si dedicano all’arte del legno… a cosa è dovuta questa mancanza?
Ci sono un sacco di lavori che le donne potrebbero/dovrebbero fare e non fanno perché considerati da uomo. Comunque a parte la retorica femminista – sono convinta che la falegnameria sia un lavoro che una donna potrebbe svolgere benissimo, perché non è un lavoro di forza, ma di precisione, pazienza, e cura per i particolari, tutte doti che abbiamo tutti, maschi e femmine, anche se credo che le donne ne siano più dotate.
Detto questo: mancano donne falegname, perché gli uomini di bottega non vogliono insegnare questo lavoro alle donne, considerate troppo deboli, e non ci sono molte scuole. Io ho avuto la fortuna d’imparare durante un corso regionale dell’Emilia Romagna, che poi è stato interrotto, perché pare ci fosse più bisogno di estetiste e parrucchiere che di artigiani del legno.
Nei lavori di Valegnameria si percepisce il forte legame con la Sardegna e la voglia di promuoverne riti e tradizioni. Ora abiti a Roma. Qual è la percezione dell’isola?
La percezione che provoca “il mio accento” è sempre positiva, la gente non si spiega perché sono andata via (momentaneamente) da casa. I romani hanno sempre parole positive per la gente sarda e per la nostra terra. Io mi sento di ricambiare le loro belle parole, perché questa è una città meravigliosa, noi abbiamo dei paesaggi bellissimi, ma qui riesci a immergerti nell’arte e nella storia semplicemente affacciandoti alla finestra.
Mentre per quanto riguarda promuovere tradizioni della Sardegna considera che nelle mie prime produzioni artistiche vi era un forte richiamo al mare, ai marinai, ai fari e all’isola. Poi ho rispolverato la mia la passione per le tradizioni sarde e da li è nato il progetto “Gentixedda” e le prime soddisfazioni.
Artigiana e artista. Parlami del tuo progetto Gentixedda…
“Gentixedda” è il mio primo progetto di VAlegnameria sui costumi folkloristici della Sardegna. Una linea di oggettistica che richiama i vestiti tradizionali con cui rappresento uomini e donne, stilizzati con un tratto lineare e geometrico, che dialogano fra di loro dando vita a personaggi e a un micro cosmo di legno e colore.
Dalla linea Gentixedda sono nate anche stampe per magliette, cartoline con frasi tipiche sarde e altra oggettistica legata alla storia e alla cultura della Sardegna, anche personalizzate per musei, come la Dea Madre (che potete trovare al Museo Archeologico di Cagliari).
Dopo questa linea ho iniziato a creare personaggi della letteratura, del cinema, della musica e ora mi dedico anche ai ritratti su commissione.
Il recupero di materiale di scarto è una pratica che dovrebbe essere diffusa in molti settori e anche nel privato. Recuperare, riutilizzare, dare nuova vita alle cose, in un’altra parola: sostenibilità? Quali sono altre idee creative che Valentina consiglia?
La mia voglia di riutilizzare e di riciclare è dovuta tutta a mia mamma, che mi ha insegnato a non buttare via niente (siamo delle pseudo accumulatrici seriali). Nel tempo stiamo imparando a buttare qualcosa, o a modificarlo per esigenze reali e non di nostalgia.
Anche in laboratorio, dopo vari salvataggi, arriva una dimensione per cui non è più possibile tenere gli scarti, e dal laboratorio finiscono nel camino.
Purtroppo non ho molti consigli, o meglio, non miei, ma posso dire che siti come pinterest e internet in generale sono molto utili per dar sfogo alla creatività e per avere più rispetto per le che abbiamo.
… e valegnameria cosa ha fatto in questa direzione?
Io mi sono costruita il laboratorio in casa, così non devo inquinare per andare a lavoro. Il primo laboratorio di Valegnameria in Sardegna prese forma nella cantina di mio nonno un luogo informale, immerso nella natura, dove tutto è riciclato: dagli arredi al legno usato per le mie opere. Inoltre, i Valegnameria sono prodotti con scarti di falegnamerie con cui collaboro: non si butta via niente!
L’idea di Valegnameria nacque proprio dagli scarti di una falegnameria di Bologna dove lavoravo. Poi in Sardegna ho comprato qualcosa di nuovo, ma comunque tutti gli scarti vengono riutilizzati finché non diventano piccolissimi. Anche a Roma ho trovato una falegnameria che mi regala gli scarti altrimenti inutilizzabili.
Per ispirare anche altri ad intraprendere vie resilienti e a non abbandonare la Sardegna… consigli?
Diciamo che la crescita di Valegnameria è un atto di resilienza. Io sono tornata in Sardegna dopo 8 anni di vagabondaggio tra varie città , ho imparato tante cose, ma soprattuto ho imparato il lavoro, sia di falegname che di restauratrice. Una volta che ero soddisfatta dell’esperienza sono tornata a casa, perché mi sentivo pronta, ma la sensazione di felicità è durata poco. Ho accusato il senso di mancanza della vita di città, della facilità di movimento che hai quando vivi in “continente”, ho avuto un brutto periodo che si è risolto nel mio modo di lavorare, ho finalmente trovato il mio linguaggio e da quel periodo Valegnameria è cresciuta e a iniziato a parlare, forse anche troppo.
A parte le cavolate, per la mia attività il ritorno in Sardegna, (venite in Sardegna per un viaggio in ebike) l’allontanamento da tutto e tutti, mi è servito per prendermi il mio tempo, per capire cosa avevo dentro e come poterlo esprimere.
Sono convinta che i momenti di difficoltà se affrontati nel modo giusto possano veramente tirare fuori il meglio di noi.
Toglimi una curiosità Vale: il nome scelto per la tua attività è frutto dell’ingegno di…
me stessa! 🙂 Arrivare a Valegnameria è stato un attimo. Infatti, l’ironia della sorte ha voluto che io sia dislessica e confonda la V con la F. Poteva sembrare l’idea di un copy creativo, di un pubblicitario… e invece no!
Grazie per questa chiacchierata, cara… vuoi aggiungere qualcosa?
Ieri era il giorno della Sagra degli agrumi a Muravera, mia città. Ho festeggiato partecipando dalla finestra di casa con una mini esposizione delle mie opere per una sagra dei balconi alternativa e un po’ di malinconia. Spero cha questa quarantena tiri fuori il meglio di tutti noi, che ci faccia ricordare che tutto ha bisogno del giusto tempo. Tutto, ma soprattutto noi stessi. Io sono diventata quella che sono a 36 anni e non mi sarei mai immaginata così Sono convinta che non ci sia un età per capire cosa si vuole fare nella vita. Quindi visto che non possiamo vagare oltre le mura domestiche in questo periodo, almeno riflettiamo su di noi!
e viaggiamo dentro di noi, aggiungerei io.
altro su Valegnameria
Vincitrice di Marte Live – sezione artigiani
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Trovate le opere artistiche di Valentina da Recyclerie Vintage e Concept store e One a Cagliari. Da Il filo dell’Arte di Iglesias, Non solo caffé a Nuoro e al Quod Design di Sassari e al Blu Factory Store di Roma.
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