Francescaelle_room e la passione per l’artigianato locale
Francescaelle_room si racconta al microfono del mio salotto virtuale…
Continuo nella mia mission di presentare artigiani locali e attività sostenibili in Sardegna per promuovere le eccellenze del territorio e portarvi alla scoperta dell’isola in modo alternativo, per vivere anche esperienze diverse e viaggiare in modo responsabile.
Oggi vi racconto la storia di Francesca e del suo brand, in assoluto rebranding (cos’è, ve ne parlerò presto in un blog post). Le creazioni di Francescaelle_room sono fatte di tessuti della tradizione sarda, sono zaini e altri accessori rigorosamente fatti a mano. Sa, sa, prova, prova… la parola all’artigiana.
Ciao Francesca, chi sei e come nasce il tuo primo brand La Cappellaia Matta?
Ciao, mi chiamo Francesca, classe 1983 e sono iglesiente DOC. In realtà La Cappellaia Matta non è il mio primo brand. É iniziato tutto diversi anni fa con “La Bottega della Cappellaia Matta” quando decisi di punto in bianco di comprare alcune pietre, un set di pinze e minuteria e aprire una pagina Facebook. Pubblicavo le foto dei miei lavori per passare il tempo, non perché ci credessi davvero, mi divertivo ma vedevo anche che alle persone piaceva quello che facevo, nonostante non avessi moltissimi follower.
(Sai usare in modo strategico e consapevole una pagina Facebook? Posso aiutarti!?)
Qualche anno più tardi mi regalano un corso di taglio e cucito e compro la prima macchina da cucire e lì la svolta: decido di abbandonare la bigiotteria […] Penso di buttarmi sulla creazione di capi unici e fatti su misura, un mio pallino fin da ragazzina ma l’idea viene scartata subito. Mi mancavano le basi, non mi intendevo di moda e non avevo né tempo né modo di seguire un corso di quel tipo perché stavo conseguendo un master internazionale in archeologia.
Ad ognuno il suo mestiere, inseguendo il proprio istinto e le proprie passioni… vero Francesca?
Così, unisco la passione per la pittura e il disegno con il cucito e inizio con le prime shopper di tela: tagliavo, cucivo e dipingevo. Arriva anche il primo mercatino ma decido subito che mi sarei fermata a quello: troppo poche le persone che capivano il “fatto a mano”, resiste, soprattutto qui in Italia, la tendenza a fare equazioni mentali per cui “mercatino= fatto male=deve costare poco” e vogliono mercanteggiare con te. E’ durante quel periodo che comincia a starmi stretto anche il nome che mi ero scelta : l’avevo creato pensando ad uno spazio fisico e reale che, nel mio immaginario, sarebbe potuto essere il negozio in cui lavorare vendendo i miei lavori, e al Cappellaio Matto di Alice, ma la verità brutale era che il negozio fisico sapevo di non potermelo permettere e il libro non l’avevo manco mai aperto, semplicemente mi piacevano i vestiti vittoriani, i servizi da thè (che colleziono davvero) e i cilindri.
Chiudo la pagina Facebook e mi apro un profilo Instagram e dopo pochissimo anche un negozio su Etsy, entrambi utilizzando solo “La Cappellaia Matta”: quel nome ha resistito ancora per un po’ non perché ci fossi affezionata, anzi, ma perché volevo qualcosa che fosse corto e che parlasse di me.
Come nasce il nuovo naming Francescaelle_room?
Ho sviluppato la mia personale etica del lavoro e ho affinato delle qualità che non avevo mai sfruttato appieno. Dopo varie e lunghe riflessioni e grazie alla L tatuata al polso (il mio secondo nome era Letizia ma mi è stato tolto all’anagrafe; nel 2017 o giù di lì ho deciso di riappropriarmi di lui almeno simbolicamente tatuandomi una L all’interno del polso, che poi è il mio marchio Francesceelle_room) è arrivato anche il momento di abbandonare quel secondo nickname che ormai non aveva più nulla a che fare con me e di creare il più personale Francescaelle___room che, se tutto va bene, mi porterò dietro finché potrò.
Non siamo quello che studiamo, siamo le esperienze, siamo come decidiamo di vivere.
Chi si cela dietro FrancescaElle_Room? Quali sono le novità nella tua attività?
Sono in fase di progettazione di diverse cose e ho momentaneamente chiuso anche il negozio Etsy, in attesa di capire come muovermi.
Dietro Francescaelle_room c’è una persona con un percorso universitario lontanissimo dall’artigianato che sta cercando di coniugare gli studi e la voglia di lavorare in proprio attraverso la creatività. Ho conseguito la triennale in beni culturali indirizzo archeologico, una magistrale in archeologia e un master in archeologia sempre restando in Sardegna e, come molti miei colleghi, sono anche guida turistica… forse, considerato tutto, la strada creativa “sarda” era la più ovvia che potessi prendere. Continuo sempre a studiare e nell’ultimo periodo mi sono orientata più verso l’etnografia e l’antropologia in Sardegna, raccogliendo materiale sugli usi e le tradizioni ed è veramente affascinante. Ho deciso di mettere a frutto quello che so fare, tenendo vivo il mio interesse per la cultura e l’archeologia e contemporaneamente coltivando anche le mie passioni. So che è una strada difficile, soprattutto all’inizio […] mi sto abituando a guardare solo avanti, concentrandomi sulla persona che sono e che sto diventando, sulle mie potenzialità e su quello che posso offrire rispetto ad altri. Mi da molta forza il pensiero che i risultati che riuscirò a conquistare saranno solo per merito mio perché non mi ha regalato niente nessuno e di questo devo andarne fiera.
Nel tuo profilo ti definisci “creatrice di sogni cuciti e artista metereopatica”. Quali sono i tuoi sogni e quanto sono influenzati dalla tradizione?
Devo rivedere anche la bio, in effetti Si, sicuramente sono ancora tutto questo, sempre metereopatica ma un pò meno artista, penso che con questo nuovo inizio dipingerò meno per concentrarmi di più sul lato artigianale. Ho l’obiettivo di creare qualcosa che si riagganci al passato, che tenga bene sott’occhio le nostre radici ma che sia funzionale nel presente. Quali sono i miei sogni, bella domanda… diciamo che sono focalizzata sul promuovermi bene, crescere molto e far funzionare questo nuovo percorso, tenendo però anche il piede nel settore turistico e archeologico… una bella sfida!
Quanta ricerca e lavoro manuale c’è nelle tue creazioni? Ci racconti il tuo flow?
Ricerca e lavoro tanto. Prima di iniziare qualsiasi progetto m’informo, vedo come si può fare, guardo tutorial, leggo testi che molto spesso sono in inglese quindi devo anche tradurmeli, confronto tutto quello che trovo e alla fine faccio la classica “brutta copia” con quello che ho nel laboratorio, la “room” del nome, seguendo il progetto iniziale. Quando ho finito riguardo tutto, prendo carta e penna e faccio una lista delle cose da migliorare, da modificare etc e solo allora vado a cercare il materiale giusto che mi serve per il lavoro vero e proprio. Ovviamente, scelgo tutto quello che mi serve restando in Sardegna.
Quali sono i tessuti che usi? Pensi si possa promuovere la Sardegna con le proprie creazioni?
Certo, ed è quello che sto cercando di fare anche in fase di rebranding. Prima, infatti, offrivo prodotti diversi, come le mascherine per gli occhi o le shopper dipinte a mano. Adesso ho deciso di puntare molto di più sul lato “sardo”, di utilizzare la Sardegna e le sue tradizioni per parlare di lei nel mondo e di farlo attraverso accessori come borse, zaini, portafogli etc..
Non voglio essere presuntuosa, so bene che c’è già chi lo fa e che lo fa meglio di me ma diciamo che voglio dare il mio contributo a modo mio. Soprattutto per quanto riguarda i tessuti, il sughero o la passamaneria, ordino pochissimo online, anche se non sempre è possibile. Cerco di utilizzare materiali che siano riconoscibili e facilmente associabili alla Sardegna, come il sughero appunto.
Per gli zaini e altri prodotti utilizzo solo ed esclusivamente orbace tessuto su telaio antico e prodotto in un laboratorio tessile a Samugheo ( e lo specifico anche nei cartoncini che inserisco all’interno della confezione) Mentre riguarda la passamaneria cerco di utilizzare quella tradizionale dei costumi sardi, cercando di limitare al massimo i prodotti di importazione.
C’è qualche artista a cui ti ispiri?
Più che ad un artista faccio riferimento a epoche e culture ma non mi ispiro a nessun artista in particolare. Per deformazione professionale più una cosa è antica più mi piace: se dovessi scegliere una cultura del passato mi piace moltissimo la civiltà minoica ed egizia, mentre se dovessi scegliere nel recente mi piacciono molto i preraffaelliti e l’art noveau, adoro Alphonse Mucha.
Di artisti sardi invece mi piace moltissimo l’arte delle sorelle Coroneo e di Edina Altara. E ovviamente sono una fan di tutto quello che è sardo e fatto in Sardegna 🙂
Grazie mille per questa interessante chiacchierata Francesca. Adoro le storie autentiche, la creazione di sogni (cuciti in questo caso) e la voglia di non mollare… e di resilienza pura! Ad maiora!
Puoi trovare le creazione di Francesca da
S’art il filo dell’arte a Iglesias
da Storytelling, libreria a Gonnesa.
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