4Febbraio2019
Myanmar, un paese straordinario, per usanze e tradizioni, rituali, filosofie, paesaggi. Un Paese unico, con un’identità ben definita, il mio posto del cuore purtroppo con un passato recente e contemporaneo non felicissimo.
Fra queste foto vedrete una “donna giraffa”, del popolo Padaung, e la sua é una storia triste. Se ne stava così, immobile, senza emozioni, in una casa su palafitte nell’inle Lake, dove frottole di turisti sbarcavano per osservarla come fosse un animale allo zoo.
Un’usanza antica, un tempo simbolo di bellezza, a cui oggi sono costrette le bambine già dai 5 anni. Per il peso delle spirali il collo si deforma fino a raggiungere 25cm; senza spirali il collo cederebbe provocando la morte. Purtroppo, oggi, le tribù birmane non hanno nessuna voce in capitolo nella loro esposizione ad un turismo subito con rassegnazione!
Io sono scappata e quasi piangevo a vedere quella gente assetata di foto, selfie e foto di gruppo! no sense. Lei era lì sola per introdurre altre donne che stavano tutte assieme in altri villaggi, costrette con questi anelli, a sorbirsi governi e turisti di merda che pagano per vederle tessere e lavorare in ambienti artificiali.
Questa é l’unica foto che le ho scattato. Scusatemi!
Non sostenete queste pratiche.
Viva il turismo responsabile!
L’inle lake e i suoi ballerini: i pescatori della minoranza lnthali incontrai al tramonto, intenti a remare in un ballo lento e silenzioso, fra riflessi e magia.
Dei veri acrobati su una barca, che con una gamba remano e con l’altra mantengono l’equilibrio e le nasse a forma di cupola, da gettare in acqua. In questo modo originale, i pescatori possono districarsi fra la vegetazione galleggiante, mantenendo le mani libere per pescare.
Sullo sfondo villaggi di palafitte con pareti intrecciate di bamboo, Orti e giardini galleggianti, stupa millenarie, monasteri.
Una vita insolita quella di circa 80mila persone che vivono sull’acqua e si spostano su delle imbarcazioni piatte, remando da una casa all’altra e fra i mercati per vendere le loro intense produzioni (ma che ne sanno a Venezia?)
Un luogo assurdo e meraviglioso.
[Non dimenticate di rispettare la popolazione locale e sostenere uno sviluppo sostenibile]Ngue Shwe, Feb 2018